l’idea di humans nasce al culmine di una giornata newyorkese in cui ho intervistato uno dei più grandi musicisti della storia della musica: Roger Waters, il bassista dei Pink Floyd.

alla domanda sul significato del suo lavoro, mi rispose che con la sua musica voleva spingere le persone a coltivare l’empatia, a investigare su sé stesse e a percepire il senso di responsabilità che abbiamo l’uno nei confronti dell’altra perché facciamo tutti parte di un’unica grande famiglia: la famiglia umana.

io credo lo stesso. credo che ciò che ci rende felici, in una società che ci sprona a competere e distruggere l’altro, sia nutrire la nostra naturale capacità di provare empatia verso il prossimo e di vivere nella collettività.

humans è nato per questo.

humans è il luogo in cui potersi riconnettere gli uni con gli altri, guardarci dentro e riscoprire quelle qualità che ci rendono umani per definizione ma che forse abbiamo perso lungo la via.

humans è il luogo in cui evolvere, insieme.

stay humans